Il cervello delle donne funziona “meglio”, ma è anche più a rischio Alzheimer

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Il cervello degli uomini e quello delle donne non sono proprio uguali. A provare a dimostrarlo sono stati gli esperti della Amen Clinics di Newport Beach, che per il loro esperimento si sono avvalsi di una Tomografia ad emissione di fotone singolo per identificare le eventuali discrepanze tra il cervello maschile e quello femminile. Lo studio in questione è così giunto a dei risultati particolarmente interessanti, pubblicati non a caso sul Journal of Alzheimer’s Disease.

In particolare, gli esperti hanno preso in esame 119 volontari sani e 26.683 pazienti affetti da varie condizioni psichiatriche, come disturbi bipolari, disturbi dell’umore, schizofrenia, traumi cerebrali, disturbi psicotici e ADHD. Ai volontari sono così state esaminate 128 regioni del cervello e durante l’esecuzione di tali analisi è stato chiesto a ciascun soggetto di eseguire un compito che avrebbe richiesto una particolare concentrazione da parte sua.

Raccogliendo i dati, gli esperti hanno potuto constatare che le donne tendono ad essere “superiori” agli uomini in quanto ad empatia, intuizione, collaborazione, autocontrollo e preoccupazione. Inoltre gli studiosi hanno riscontrato un aumento del flusso sanguigno nelle aree limbiche del cervello femminile, un fattore, questo, che potrebbe spiegarci come mai sempre le donne siano più soggette ad ansia, depressione, insonnia e disturbi alimentari.

Questo studio è quindi stato molto utile per riuscire a comprendere il rischio a cui sono esposti uomini e donne in fatto di Alzheimer, ma anche in fatto di depressione e ansia visto che tutte e due sono condizioni ritenute “di rischio” proprio per la malattia di Alzheimer. E le donne, a quanto si evince, sarebbero i soggetti più esposti a condizioni cliniche di questo tipo. Ecco quindi che possiamo spiegarci come mai l’Alzheimer colpisca di più le donne che non gli uomini: l’ultimo rapporto della US Alzheimer Association rivela che le donne hanno una probabilità su 6 di sviluppare la malattia, contro una probabilità su 11 degli uomini.

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