I voucher baby sitter sopravvivono alla scure: ecco come funzionano

baby sitter

Dopo annunci, conferme, smentite e dubbi di sorta, alla fine il governo ha ripristinato il tanto chiacchierato bonus baby sitter. Nonostante il governo avesse cancellato i voucher mediante il decreto legge 25/2017, i bonus baby sitting, che erano stati pensati prevalentemente per il pagamento dei voucher alle baby sitter, restano dunque attivi.

Solo pochi giorni fa era arrivata la notizia secondo cui, insieme ai voucher, sarebbero stati aboliti anche i bonus baby sitter, ma nelle ultime ore l’Inps ha provveduto a diffondere una rettifica rispetto a tutta questa questione. Quindi se fino al 22 marzo scorso l’Inps annunciava che le domande per l’accesso al contributo non potevano più essere accolte, adesso l’Istituto di previdenza fa sapere invece che il bonus continuerà ad essere erogato mediante i consueti buoni lavoro.

La misura al centro della discussione, lo ricordiamo, permette alla madre lavoratrice che ha terminato il congedo obbligatorio, di usufruire di un contributo di 600 euro mensili con il quale pagare un servizio di baby sitting che può consistere in una retta dell’asilo nido oppure nel compenso di una baby sitter: nel primo caso l’Inps corrisponde la spesa direttamente alla struttura convenzionata che ha in cura il minore, mentre nel secondo caso eroga dei buoni lavoro alla mamma e quest’ultima può appunto utilizzarli per pagare la prestazione lavorativa della baby sitter.

Le norme stabiliscono che i voucher baby sitter debbano essere utilizzati negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un periodo massimo di sei mesi per le lavoratrici dipendenti e per tre mesi al massimo per le lavoratrici autonome.

I voucher baby sitting sono quindi destinati alle lavoratrici dipendenti, sia del settore privato che del settore pubblico, e alle lavoratrice iscritte presso la Gestione Separata Inps (come collaboratrici e come professioniste con partita Iva), purché non siano iscritte presso altre gestioni previdenziali obbligatorie. Va precisato però che questa misura è alternativa al congedo parentale, per cui chi si avvale del bonus baby sitter deve obbligatoriamente rinunciare ai corrispondenti mesi di congedo. Restano escluse dalla misura, poi, le lavoratrici che non hanno diritto al congedo parentale, come ad esempio lavoratrici domestiche e disoccupate.

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