Fumo: un bambino su 5 cresce con il fumo passivo

fumo

Il fumo, si sa, fa male. E fa male tanto durante la gravidanza quanto dopo. Eppure sono assai pochi i genitori che decidono di smettere di fumare o che hanno il buon gusto di fumare lontani dal loro bambino, ed è per questo che oggi, in Italia, un bambino su cinque si ritrova costretto a crescere in una casa in circolano nuvole di fumo; in un ambiente che per forza di cose lo espone al rischio di fumare a sua volta e che vede aumentare in lui il rischio di soffrire di asma del 43% in più rispetto a chi cresce invece in un luogo salubre.

A far luce su questo spaccato di realtà quotidiana è il 20esimo Congresso Nazionale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri) che ha visto riuniti più di 500 pediatri specialisti provenienti da tutta Italia.

Renato Cutrera, che del Simri ne è presidente e che è anche direttore dell’Unità operativa di Broncopneumologia all’Ospediale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, ha commentato a questo proposito: “L’esposizione passiva al fumo aumenta il rischio di asma nei bambini, una malattia in crescita che riguarda il 10% degli italiani con età inferiore ai 14 anni. Le politiche attuate fino ad ora hanno avuto effetto, ma abbiamo ancora uno zoccolo duro di fumatori che non vanno additati ma aiutati, ovvero indirizzati nei centri antifumo. La maniera migliore per farlo invitarli nel momento in cui fanno visitare il proprio figlio”.

In quest’ottica, dunque, dovrebbero essere i pediatri i primi veri alleati degli pneumologi: ogni buon pediatra, preso atto di genitori che fumano, dovrebbe spronare mamme e papà a rivolgersi a dei centri antifumo o quanto meno ad avviare un percorso che possa renderli liberi dalla dipendenza da nicotina.

Di questo avviso è anche Giorgio Piacentini, responsabile della Broncopneumologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, secondo cui “se il fumo passivo respirato fa male, giocare all’aperto invece aiuta. Non solo perché la luce solare agevola l’assorbimento di vitamina D, ma anche perché all’aperto circolano meno virus e meno batteri, e perché l’aria aperta aiuta le vie respiratorie”.

Leave a Reply